La filiera della produzione del vino è composta da una serie relativamente complessa di attività distinte, che in estrema sintesi possiamo enumerare così:
l’allevamento delle viti
la vinificazione e l’affinamento
la commercializzazione
Si tratta di attività distinte, certamente, ma ai fini dell’esito finale del lavoro del produttore - cioè la qualità dei vini realizzati e la loro disponibilità per i consumatori - non risultano affatto indipendenti. Chi “fa vino” lo sa benissimo.
È ovvio, intanto, che la vinificazione dipende strettamente dai frutti ottenuti dalla prima fase, quella di allevamento delle viti. Ma qui vogliamo rimarcare che questa dipendenza è strettissima. Lo è molto più di quanto i non esperti credano.
Infatti, “il vino che verrà” è influenzato in modo decisivo dalla progettazione stessa della vigna, con la scelta dei vitigni da implementare, la loro disposizione sul terreno ecc., e poi dalla conduzione della vigna, con tutti i lavori e le tecniche specifiche per indirizzare la fruttificazione verso il risultato desiderato. E infine dalla raccolta dei frutti, i cui tempi sono subordinati non solo alla tipologia di vitigno (i diversi vitigni maturano a cadenze specifiche), ma anche al livello di maturazione richiesto dal tipo di vino che a partire da esso si intende produrre.
E la commercializzazione?
Qui l’interdipendenza parrebbe non significativa.
E invece, a ben guardare, non è così. Infatti, tutte le scelte di cui abbiamo detto sopra, sono da ultimo influenzate, ed anche in maniera dirimente, dall’individuazione del tipo di consumatore cui ci si vuole rivolgere. Il tipo di vino, il suo standard qualitativo, la destinazione a certe occasioni di consumo piuttosto che ad altre, e infine il prezzo - tutto questo implica un’accorta previsione delle caratteristiche di coloro cui si intende offrire i propri prodotti. E implica, dunque, specifiche decisioni riguardanti la distribuzione/commercializzazione, per fare in modo che i propri prodotti raggiungano effettivamente coloro per i quali sono stati concepiti.
D’altra parte, è noto come il marketing sia fondato su scelte strettamente correlate fra loro, relative appunto al prodotto, al prezzo, alla comunicazione e alla distribuzione.
Ora, esistono filiere produttive del vino in cui le fasi che abbiamo enumerato sono separate, quantomeno perché i soggetti cui esse fanno capo sono differenti.
Esistono infatti aziende che si occupano esclusivamente dell’allevamento delle viti, le quali vendono ad altre aziende (i vinificatori) le uve prodotte. Ed anche se i destinatari scelgono o selezionano le uve da acquistare sulla base della vinificazione da realizzare, resta comunque evidente che la disgiunzione dei soggetti depotenzia radicalmente la connessione specifica e virtuosa che dovrebbe legare le scelte relative alla coltivazione a quelle della vinificazione successiva. Con l’ulteriore, importantissima conseguenza che tale modo di fare tende a distruggere la territorialità stessa della produzione vinicola, ovvero l’elemento differenziante che rende ricca l’enologia italiana.
La filiera, poi, si disgiunge molto spesso anche nella commercializzazione, guidata da soggetti altri rispetto ai produttori. Anche quest’ultima disgiunzione interrompe l’armonia e la sinergia delle fasi di cui abbiamo detto sopra, a scapito della soddisfazione di chi ama il vino.
Fortunatamente, esistono molti produttori che invece si occupano dell’intera filiera e lavorano con la logica armonizzante che lega le scelte di allevamento a quelle di vinificazione e commercializzazione.
Questo tipo di produttori, cui a Le Colline ci vantiamo di appartenere, hanno fondato un’associazione che ha lo scopo di tutelare il proprio lavoro, distinguendolo appunto da quello delle filiere disgiunte.
Si tratta dell’associazione FIVI - Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti.
Organizzazione senza scopo di lucro, “FIVI si propone di promuovere e tutelare la figura, il lavoro, gli interessi e le esigenze tecnico-economiche del Vignaiolo indipendente italiano, inteso quale soggetto che attua il completo ciclo produttivo del vino, dalla coltivazione delle uve fino all’imbottigliamento ed alla commercializzazione del prodotto finale” (https://fivi.it).
L’associazione intende arginare la disgregazione e la dispersione del sapere tramandato dagli autentici vitivinicoltori italiani, sottolineando come “i Vignaioli indipendenti siano i custodi di una viticoltura autentica, espressione delle culture dei territori, portatrice di valori sempre più riconosciuti e apprezzati nel mercato del vino” (ibidem).
Per questo motivo il marchio FIVI, apposto sull’etichetta, offre ai consumatori “un modo per riconoscere immediatamente una bottiglia prodotta da un Vignaiolo indipendente, quale garanzia dei valori di artigianalità, territorialità e sostenibilità, che sono i pilastri del nostro lavoro” (ibidem).
A Le Colline, siamo orgogliosi di appartenere al gruppo di Vignaioli FIVI, ovvero al gruppo degli amici che con passione dedicano il proprio lavoro a preservare l’antica e autentica vocazione vitivinicola dei territori italiani.
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